HOLDING O TRUST? QUALE STRUMENTO DI PROTEZIONE SCEGLIERE

Tra i più importanti strumenti, vi sono Trust e Holding. Ma tra tutte e due, chi protegge meglio il patrimonio ed è più conveniente?

Non esiste una risposta uguale per tutti gli imprenditori ma ogni caso specifico ha delle peculiarità da valutare per dare un consiglio adeguato.

Tutti e due gli strumenti sono accomunati dalla caratteristica di aiutare l’imprenditore a gestire meglio la società operativa, proteggere il patrimonio e, in caso di figli, favorire il passaggio generazionale.

Se i beni quali Uffici, capannoni, pc, attrezzature, brevetti sono detenuti tramite la società che svolge l’attività principale, la c.d. “operativa”, sono sottoposti a dei rischi perché appunto la società svolge la sua attività opera con clienti, dipendenti, fornitori, Erario; i beni sono una garanzia per tutti questi interlocutori: in caso di problematiche (es. un dipendente che vuole fare causa all’impresa) la prima cosa che si attenziona è se la società ha beni mobili o immobili o liquidità sui conti correnti.

Per questo bisogna proteggere questi beni e lo si può fare utilizzando questi due strumenti: la Holding e il Trust.

Che cos’è il Trust?

Il Trust è uno strumento di protezione del patrimonio di origine anglosassone. Si tratta di un negozio giuridico nel quale il proprietario dei beni affida la gestione di questi beni a un terzo soggetto in favore di beneficiari, individuati e non.

Nel Trust abbiamo diversi soggetti:

1.    Disponente, colui che è in possesso dei beni e decide di spossessarsi mettendoli in un patrimonio separato per proteggerli oppure per raggiungere un determinato scopo;

2.    Trustee, colui che è incaricato dal Disponente alla gestione dei beni secondo le direttive impartite da quest’ultimo. Si tratta di una figura rilevante che, per svolgere questo ruolo, deve essere in possesso di determinate competenze professionali;

3.    Beneficiari, coloro che ricevono i frutti o divento possessori dei beni in Trust;

4.    Guardiano, colui che, se si ritiene opportuno, deve controllare sull’operato del Trustee.

Il Trustee, in pratica, gestisce i beni nei limiti stabiliti e li amministra al fine di preservarli e farli fruttare, nell’interesse dei beneficiari indicati dal Disponente.

L’obiettivo principale del trust è raggiungere lo scopo del disponente di assicurare il passaggio generazionale, garantire la liquidazione di una società o realizzare un’attività benefica. L’effetto del trust è la segregazione del patrimonio. I beni in Trust, infatti, costituiscono un patrimonio separato e autonomo rispetto al patrimonio del Disponente, del Trustee e dei beneficiari. La conseguenza è che, questi beni, non potranno essere richiesti dai creditori di tali soggetti.

Fiscalmente può godere dell’aliquota del 24% come le Società.

Una caratteristica del Trust è proprio quella che la gestione dei beni deve essere affidata a un terzo soggetto a cui sono impartite solo delle istruzioni (nell’atto di costituzione) e a volte non è facile attuare questo; non sempre è accettato questo spossessamento da chi vuole attuare una soluzione di protezione patrimoniale.

È ovvio che disponente e trustee non debbano coincidere per evitare che sia considerato un Trust di facciata e quindi non idoneo a consentire la protezione patrimoniale sperata.

Sostanzialmente, il limite del Trust (nessuna direttiva da parte del Disponente dopo la firma dell’atto) è il suo vantaggio perché il patrimonio viene segregato.

Che cos’è la Holding?

La Holding è una società che detiene proprietà immobiliari o quote di partecipazione in altre società o liquidità.

Insomma questa società non svolge attività operativa ma solo la detenzione dei beni, mobili o immobili, e liquidità.

Effettua tutti gli investimenti e detiene le quote della Società operativa; la quota o le azioni della società che opera non sono più detenute dalla persona fisica ma da un’altra società, appunto la holding (ciò potrebbe far risparmiare anche i contributi inps al socio ove li paghi).

Ma è uno strumento di risparmio fiscale? Non proprio, è più di protezione patrimoniale ma presenta il vantaggio di ottimizzare la fiscalità in caso di detenzione di beni mobili e immobili (è possibile abbattere l’utile con i costi sostenuti sull’immobile, ad esempio l’IMU) o distribuzione di utili (se distribuisco gli utili a una persona fisica si paga il 26% di imposte, se li distribuisco a una holding si paga l’1,2%) o in caso di successione ereditaria (i beni si troverebbero già dentro la società e quindi la successione riguarda solo le quote/azioni della holding con ovvi risparmi di imposta di successione).

Tutto ciò che entra nella Holding non può essere toccato – immobili, beni immobili, attività finanziarie. Mentre il creditore o il Fisco, ad esempio, può farsi valere sulla società che figlia, cioè quella operativa.

È importante sapere che la holding non è solo uno strumento per ricchi; può essere utilizzata anche per i piccoli imprenditori ed è facile da gestire.

A differenza del Trust, dove il patrimonio possiamo dire non sia più tuo, ma viene affidato nelle mani del Trustee, nella Holding sei sempre tu a gestirlo. Il problema della revocabilità, riscontrato nel Trust, nella Holding non esiste.

Questo è uno degli elementi che determinano la grandezza e la differenza che c’è tra Trust e Holding.

Pubblicato il 14 Agosto 2024